Additivi chimici: una guida all’acquisto

In pochi sono consapevoli che buona parte dei prodotti alimentari industriali contiene uno o più additivi naturali o artificiali. I primi, come dice il nome stesso, sono di origine naturale, quindi è possibile reperirli in natura. I secondi, invece, si ottengono in laboratorio mediante produzione industriale.

Gli additivi chimici o naturali che siano, vengono aggiunti per ragioni tecnologiche o commerciali e non hanno alcun valore nutritivo. L’uso più noto ed evidente degli additivi chimici è di rendere il cibo o la venda in questione più colorato, quindi più accattivante per l’utente finale. Pensiamo soprattutto ai prodotti dolciari destinati a bambini o adolescenti, più facilmente adescati dall’aspetto esteriore di un prodotto.

Altra funzione diffusa e nota degli additivi chimici è quella della conservazione. Che viene così prolungata oltre la naturale scadenza. O, ancora, per mascherare l’assenza di alcuni ingredienti di valore o l’uso di materie prime di qualità scadente.

Come riconoscere gli additivi chimici?

Chi produce prodotti contenenti addensanti e additivi chimici, ha l’obbligo di riportarli sull’etichetta. In particolare, dovrà riportare:

  1. la categoria: che identifica la funzione svolta dall’additivo nell’alimento (coloranti, conservanti, antiossidanti)
  2. il nome dell’additivo (acido sorbico, lecitina, cera d’api) o il codice europeo (E 220, E 322, E 901)

Gli addensanti e gli additivi naturali sono riportati tra le voci degli ingredienti e in ordine decrescente, in base cioè alla quantità contenuta nel prodotto. Si parte quindi dall’ingrediente maggiormente presente fino a quello meno presente.

Occorre poi sapere che gli additivi appartenenti alla stessa categoria vengono raggruppati sotto la stessa voce e posizionati nella medesima posizione in elenco.

Guida all’acquisto degli additivi chimici: come evitare gli abusi?

Riguardo qualche consiglio per l’acquisto, è sempre un bene evitare il più possibile prodotti con un colore troppo appariscente, poiché difficilmente la natura è in grado di conferirlo da solo.

Meglio optare per gli alimenti semplici e possibilmente non pronti, dato che la maggioranza tra questi ultimi contiene molti additivi, come glutammati e conservanti.

Infine, è bene sapere che alcuni conservanti, soprattutto i cosiddetti benzoati (identificati con i codici E210 – 213), sono fin troppo consentiti nei prodotti alimentari. Dunque, il rischio è che sono assunti in modo massiccio e inconsapevole nell’arco di una intera giornata.

Dunque, meglio leggere sempre le etichette e fare anche una rapida ricerca online seduta stante prima di inserire un prodotto in carrello.